l'adulto nel mondo dei piccoli - sirenetta & Up & Nemo - apprendere con i cartoni
“L’ adulto nel mondo dei piccoli” - genitorialità - la Sirenetta , Nemo , UP
Si dice che avere un figlio sia la gioia più grande che una persona possa sperimentare, ma nessuno parla mai della difficoltà, dell’impegno e dello sforzo impiegati nello stabilire con il proprio figlio un rapporto “sano”.
Il rapporto genitore-figlio può essere caratterizzato, oltre che da un amore incondizionato, da conflittualità, incomprensioni, genitori ansiosi o figli ribelli. Questo lato della relazione genitoriale è stato preso in analisi e trasportato su schermo dalla cinematografia mondiale, in particolar modo nel mondo dei cartoni animati.
Potremmo chiederci come mai nelle fiabe e nei cartoni venga spesso rappresentato un modello genitoriale che non è proprio quello ideale, e la risposta ci arriva proprio dagli esperi, gli psicologi infantili, secondo i quali, "la necessità delle fiabe sta proprio qui: affrontano in modo simbolico aspetti problematici dell'esperienza del bambino e ne offrono delle soluzioni. In modo simbolico, ad esempio, una matrigna rappresenta la "parte cattiva" di ogni madre, cioè le difficoltà di rapporto, le incomprensioni, la sensazione che il bambino prova di aver subito delle ingiustizie, la paura delle punizioni, etc. Allo stesso modo, l'orfano rappresenta una condizione in cui il bambino si appresta a fare a meno del genitore, a tollerarne l'assenza e affrontare la vita senza il suo sostegno per conquistare la sua autonomia".
Il motivo per cui il bambino ha bisogno della fiaba, è quello di riuscire a padroneggiare la sua esperienza e le emozioni ad essa collegate. Tutte le fiabe, non solo quelle di Disney, ricorrono in modo massiccio a questi motori narrativi, e non è affatto strano, considerato che la vita relazionale del bambino è incentrata sui genitori". Ed è insomma proprio di questo che i più piccoli hanno bisogno, quando domandano: "Mi racconti una favola?".
Quanto affermato dagli esperti è stato da lungo tempo intuito dalle maggiori case di produzione di cartoni animati, basti pensare a tre dei maggiori lavori di successo della Disney e della Pixar : La Sirenetta, Nemo e UP.
Tutti i protagonisti di questi lungometraggi presentano un tipo di conflittualità con la figura del genitore. Nel capolavoro della Disney del 1989, La Sirenetta, la cui protagonista Ariel, ostinata e ribelle, è in forte conflittualità con il padre, Re Tritone, che tenta di esercitare la propria autorità anche sui figli, oltre che su tutte le creature del mare. Re Tritone non ascolta le richieste e i desideri di sua figlia, decidendo di punirla per far sì che lei rispetti la sua “legge”. Il modello adottato dal padre si rivela fallimentare, scatenando tutta la ribellione della figlia, che pur volendo bene al padre, si scaglia contro di lui. Solo sul finale Re Tritone si renderà conto che tale comportamento gli sarebbe costato la perdita della figlia, decide così di ritornare sui suoi passi e considerare un punto di vista alternativo. Il compromesso e l’ascolto diventano chiave di soluzione del conflitto.
Nell’opera della Pixar, Alla Ricerca di Nemo, ambientato sempre negli abissi marini, non è la conflittualità a segnare il rapporto tra padre e figlio. Ci troviamo di fronte ad un papà apprensivo, Marlin, che vuole proteggere il figlio a tutti i costi, ostacolandone , però, l’ apprendimento e l’acquisizione di una conoscenza indispensabile. Nonostante la forte apprensione di Marlin, Nemo viene comunque catturato, portano il padre a cercarlo per tutti i mari. Una volta ricongiuntosi con il figlio si rende conto dei suoi sbagli nei confronti di Nemo e si scusa con lui, smettendo di essere un padre così ansioso. Ancora una volta ritroviamo una figura paterna che pensando di agire nell’ interessi del figlio, finisce per ostacolarlo nel comportamento esploratorio e nel percorso di crescita. La svolta avviene attraverso una presa di coscienza del padre, che si rende conto di non poter proteggere il figlio per sempre da tutti i mali, e che questo tipo di atteggiamento non sarebbe corretto nemmeno nei confronti del figlio.
Merita un discorso a sé stante e leggermente distaccato dai precedenti, il tipo di relazione al centro della storia nata nel 2009, a seguito di una collaborazione tra Pixar e Disney – UP. Il piccolo protagonista, Russell di 8 anni, è figlio di genitori divorziati chee non vede mai suo padre, perchè spesso impegnato con il lavoro. Russell è rappresentate di una condizione comune a molti bambini di oggi; genitori fisicamente presenti, ma distratti e spesso assenti nella cura e nella crescita del figlio. il bambino è, di fatto molto solo, e la sua maggior aspirazione è quella di diventare un esploratore. La solitudine e la passione per l’esplorazione, sono tratti che lo accomunano all’altro protagonista del film animato, Carl, un anziano signore di 78 anni, rimasto solo dopo la morte dell’amata moglie, Ellie. Dall’incontro - scontro tra i due personaggi nasce un’alchimia particolare. L’anziano finisce ben presto con il vedere in Russell sé stesso da bambino, creando un vero e proprio passaggio di consegne, tipico del rapporto nonno-nipote, che ci suggerisce che i sani valori, che paiono ormai risucchiati dalla società dei consumi, possono ancora essere trasmessi alle future generazioni: eloquente è il dono del più prezioso distintivo possibile, così come il sedersi su una panchina e divertirsi con un gioco lontano da qualsiasi moda o tendenza.
Saper scegliere intelligentemente un cartone animato può trasformare un’esperienza piacevole in una di apprendimento indiretto. Le tematiche affrontate vanno a toccare la realtà interna del bambino, attraverso l’immedesimazione nei vari personaggi, riesce a porsi a confronto con sé stesso, con i suoi sentimenti, paure e desideri.
Attraverso i film che abbiamo analizzato è chiaro come per mezzo di strumenti come l’ascolto, il dialogo, il compromesso e la trasmissione valoriale, si assista ad una crescita emotiva dei personaggi ( piccoli e non ),e l’auspicio è che attraverso l’arte della cinematografia ciò possa avvenire anche in chi li guarda!.