I due liocorni
Un giorno i due fratelli Liocorni, Corno e Lia, si stavano divertendo un sacco. Facevano il loro gioco preferito, il più difficile: giocare a palla. Perché bambini era il più difficile? Perché i liocorni sulla testa hanno un corno lungo lungo ed appuntito, così appuntito che se passano vicino ad un ramo ZAC lo tagliano; così appuntito che se passano vicino ai gonfiabili PFFFFF li bucano tutti, così appuntito che quando la mamma cucina BZZZ BZZ lo può usare per tagliare la carne. E anche Noè lo usava per tagliarsi i capelli.
Insomma stavano giocando a palla, ma era molto impegnativo perché se la palla toccava il corno si bucava subito. E per il gioco della palla non erano validi i colpi di testa. “Tira Lia!”, “Questa non la prendi” dicevano e ridevano e si divertivano tantissimo.
A un certo punto sentirono una voce: “Liocoorni, Liocoorni”. “Chi è?”, disse Lia, “E’ Noè” - rispose Corno - “ci sta chiamando, che vorrà?”. “Forse vorrà una spuntatina ai capelli, ma adesso non ho voglia, voglio stare qua a giocare!” disse Lia. E i due fratelli continuarono a correre e lanciarsi la palla. “Liocoorni, Liocoorni! Dove siete?”. “Uffa, ancora Noè che ci chiama. Continuiamo a giocare fratello”.
Intanto Noè, che aveva costruito un’arca gigante, stava facendo salire tutti gli animali: il cane, il gatto, il topo, l’elefante, non manca più nessuno, solo non si vedono i due Liocorni. Noè allora decise di chiamarli per l’ultima volta: “Liocoorni, Liocoorni”, ma loro non risposero. Spingendo dentro l’arca il grosso sedere dell’elefante, Noè con molta fatica riuscì a chiudere la porta, proprio mentre cominciavano le prime gocce di pioggia. Plin, plin, plin. PLAN, PLAN, PLAN. PLOON, PLOON, PLOON. Cominciò a scendere tanta, tanta ma così tanta pioggia che divenne un diluvio, prima piccolo, poi grande e alla fine divenne un diluvio universale. Ma Noè era al sicuro dentro l’arca assieme a tutti gli animali.
E i due liocorni? Lia aveva appena fatto goal a Corno, quando Plin, plin, plin PLAN, PLAN, PLAN PLOON, PLOON, PLOON, cominciò il diluvio universale. “Corri Lia, corri”. “Di qua, Corno, di qua”. I due fratelli cominciarono a galoppare fortissimo, più forte che potevano, ma l’acqua si alzava, si alzava, si alzava. Allora cominciarono ad avere paura e gridarono insieme: “Mamma!”. All'improvviso la luce si accese ed entrò nella stanza la mamma Liocorna: “Lia, Corno, cosa è successo?”. “Mamma, abbiamo fatto un sogno terribile! Abbiamo sognato che Noè ci chiamava e che io e Corno volevamo continuare a giocare e allora non gli rispondevamo e quando veniva il diluvio universale lui andava via con l’arca senza di noi!”. “E’ stato un brutto sogno” - disse la mamma Liocorna – guardate, siete nella vostra cameretta al sicuro. Ma questo brutto sogno vi serva da lezione, per ogni volta che disubbidite”. “E’ vero, mamma, hai ragione!” risposero in coro Lia e Corno che per la gioia abbracciarono la mamma e strusciando i loro luccicanti corni fecero vibrare nell'aria una bellissima melodia.