la musica e lo sviluppo cognitivo del bambino

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La musica è parte di noi, ha una potente valenza affettiva e sociale. Ascoltare ogni tipo di musica, suonare e cantare dunque è importante perché fa bene al cuore e all’anima, ma non solo … fa bene al cervello! Le ricerche nell’ambito della psicologia della musica hanno messo in evidenza che ascoltare musica ha un effetto positivo sullo sviluppo cognitivo del bambino. Questi effetti positivi aumentano ancora di più quando si passa dall’ascolto alla pratica musicale, a suonare uno strumento. Studi scientifici nel campo delle neuroscienze hanno dimostrato che, i bambini che cominciano a suonare uno strumento a partire dai 5-6 anni, hanno una maturazione corticale più rapida. Imparare a suonare uno strumento ha esiti positivi sulle capacità di prestare attenzione, sulla memoria di lavoro, sulle abilità di pianificazione (quelle che vengono definite funzioni esecutive), ma anche sul controllo inibitorio della risposta e sull’elaborazione delle emozioni in generale. Queste competenze sono fortemente associate con l’apprendimento scolastico e si ritiene che il funzionamento esecutivo sia un forte predittore del successo scolastico, più del QI. La pratica musicale durante l’infanzia, stimola lo sviluppo cognitivo e porta ad un aumento delle competenze del bambino anche in attività extramusicali. Questo avverrebbe per una sorta di trasferimento delle abilità specifiche apprese musicalmente alle funzioni cognitive di base necessarie per svolgere altri compiti di tipo non musicale, ad esempio la lettura. Recenti ricerche hanno dimostrato che studiare la musica è di aiuto anche per i bambini con disturbo di apprendimento, poiché ciò aiuta a sviluppare un circuito cerebrale comune a parole e note, compensando i deficit di lettura. In conclusione, i risultati delle numerose ricerche condotte in questo ambito hanno documentato che la musica modifica il cervello sia a livello funzionale che a livello strutturale. Tali modifiche interessano diversi domini cognitivi e in particolar modo il linguaggio (Panza C., Flaugnacco E. “Musica e scienze cognitive”. Rivista Medico e Bambino, 2013). L’educazione musicale quindi non è importante solo per gli aspetti ludici e ricreativi, ma diventa uno strumento fondamentale per favorire uno sviluppo completo e armonico di tutti gli aspetti che compongono la personalità del bambino. È in quest’ottica che si inserisce il programma Nati per la Musica, promosso dall’Associazione Culturale Pediatri e dal Centro per la Salute del Bambino onlus. NpM è un programma nazionale nato nel 2006 che “promuove l’esperienza musicale in famiglia, sottolineando sia il valore cognitivo, che porterà vantaggi al bambino nel corso della vita, sia il valore come forma di comunicazione, che favorisce e intensifica le relazioni tra bambini e adulto-bambino” (dal sito ufficiale http://www.natiperlamusica.org).


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